#33

 

IL MONDO DI HULK

 

PARTE QUINTA

 

IL DOMANI NON MUORE MAI

 

Di Carlo Monni

(con il contributo di idee, concetti e personaggi di Mickey e Fabio Volino)

 

 

1.

           

 

 

            Il Monte si apre letteralmente in due e, per coloro che si trovano sulla sua cima, precipitare nella voragine che si è appena aperta o essere spinti all’esterno non fa molta differenza in fondo. In ogni caso si tratta di una lunga caduta che per un essere umano normale può avere un solo esito: la morte certa.

            La bionda psichiatra Angela Lipscombe urla mentre il suolo si fa sempre più vicino, poi un forte braccio l’afferra alla vita e la sostiene fino ad un brusco atterraggio sui talloni, alle pendici di quel che resta del vecchio rifugio del Pantheon.

-Tutto a posto, Angie?- le chiede il suo salvatore.

-Len Samson, da dove sbuchi?- ribatte lei.

-I potenti mezzi del Pantheon.- risponde Doc Samson -Pare che siamo arrivati appena in tempo. Cos’è successo?-

-Vorrei saperlo anch’io. Tutto quello che posso dire è che mentre i due Hulk combattevano tra loro, la montagna si è spaccata e il resto lo sai.-

-Banner e Jim sono finiti nella voragine?-

-Penso di sì. Devono essere spacciati.-

-Si vede che non conosci bene Hulk. Ci vuole ben altro con lui.-

 

            Pochi minuti prima. Il crollo del Monte ha proiettato frammenti tutt’intorno, alcuni dei quali trovano sulla loro strada l’aereo con le insegne del F.B.S.A.

-Ma che Diavolo…?- esclama il Generale in congedo Thaddeus E. “Thunderbolt” Ross.

            Rick Jones agisce più rapidamente che può e dopo aver puntato la mano destra lascia partire dal misterioso Starbrand che vi è tatuato un raggio di energia che prende in pieno uno dei frammenti, disintegrandolo.

            Purtroppo altri frammenti raggiungono l’aereo danneggiando ali e motori.

-Tenetevi forte!- urla il pilota -Devo tentare un atterraggio d’emergenza.-

-Lascia perdere, figliolo.- interviene Ross -Troppa velocità e poco spazio.-

-Forse posso fare qualcosa io.- replica Rick.

            La mano destra del giovane brilla ancora mentre la sua fronte s’imperla di sudore. Una gigantesca bolla d’energia avvolge l’aereo accompagnandolo nella corsa verso il suolo evitando un tremendo impatto.

-Come hai fatto?-chiede l’agente del F.B.S.A. Victoria Hand

-Già.- aggiunge Thunderbolt -Non te l’ho chiesto prima ma… da quando hai superpoteri?-

-È una lunga storia.- risponde Rick -Non credo sia il momento di parlarne.-

-E invece dovrai farlo!- esclama la Hand puntando la sua pistola contro di lui -Sei in arresto per aver interferito con un’operazione federale.-

            Rick la guarda, scuote la testa, poi si rivolge a Ross:

-Ma fa sul serio?-

            Il vecchio soldato annuisce:

-Temo di sì. È un tipo ostinato.-

            Rick sospira e spara una scarica che disintegra l’arma della donna.

-Ora scusatemi...-dice -… ma ho altro di cui occuparmi.-

            Senza esitare salta fuori dall’aereo.

 

            Pochi minuti ancora prima. Due Hulk, assieme alla maggior parte degli alieni chiamati Fratelli di Guerra e alla ragazza dalla pelle verde di nome Lyra, che sostiene di essere la figlia di Bruce Banner proveniente dal futuro, stanno precipitando in un vero e proprio pozzo senza fondo.

            Bruce Banner è praticamente sicuro di sopravvivere alla caduta ed è anche certo che lo stesso valga per Jim Wilson, l’Hulk Rosso. Quanto al gruppetto di alieni che avevano attaccato il povero Jim, perché dovrebbe importargli della loro sorte? Peccato per quella stangona grigia e per almeno una delle due donne (o dovrebbe dire femmine?), ma la vita è ingiusta, si sa.

            Lyra è un’altra faccenda. Sostiene di essere sua figlia e forse ha ragione. In ogni caso sarebbe un peccato che morisse. Quasi d’istinto riesce ad afferrarle la mano. Forse potrà proteggerla in qualche modo.

            È quasi contento che la montagna sia crollata: ancora qualche secondo e la furia che lo animava avrebbe superato il livello di guardia e allora chissà cosa sarebbe succedere.

            Una mano gli afferra il polso. È l’aliena a cui stava pensando prima. Caiera, se non ricorda male.

-Cosa fai?- le chiede.

-Tu hai salvato me prima,[1] ora tocca a me.- risponde lei.

            Hulk la osserva e vede la concentrazione sul suo volto. Sente la sua stretta farsi più calda e vede una sorta di alone apparire intorno a lei e farsi sempre più intenso.

            A poco a poco la loro caduta viene rallentata come se una sorta di corrente li guidasse tutti verso il fondo da cui sta arrivando una luce tenue.

            A quanto pare, nella misteriosa Caiera c’è molto di più di quel che si vede ad occhio nudo. Dovrà pensarci dopo. Ora è sicuro che altre sorprese lo attendono sul fondo.

 

 

2.

 

-

            Se sentite il nome Roswell in New Mexico cosa vi viene subito in mente? Esatto: il cosiddetto incidente dell’UFO del 1947, chi non ne ha mai sentito parlare? Forse credete alla versione ufficiale secondo cui non c’è mai stato nessun incidente o forse preferite credere alle teorie complottiste.

            Poco importa perché oggi Roswell è una cittadina quieta, nota principalmente per essere la sede di un'accademia per l’addestramento degli agenti federali. Alcune agenzie federali come F.B.I. e F.B.S.A. vi mantengono un ufficio locale e questo rafforza le convinzioni di chi crede che a Roswell sia davvero accaduto qualcosa, perché altrimenti l’agenzia che si occupa di superumani manterrebbe una sede proprio qui? A quanto pare, dimenticano che è non troppo lontano da qui che si trova la sede delle Banner Enterprises, la società posseduta e diretta nientemeno che dall’Incredibile Hulk.

            È proprio negli uffici del F.B.S.A. che si presentano davanti ad un perplesso ed un po’ annoiato Agente Speciale in Comando un massiccio afroamericano dal cranio rasato e gli occhi nascosti da occhiali da sole a specchio e una donna attraente dai lunghi capelli neri che indossa una camicetta annodata all’altezza del seno e una minigonna di pelle. Alla cintura una fondina con una pistola ed un distintivo dorato appuntato accanto alla fibbia,

-Agente Speciale Pratt e Agente Speciale Verdugo.- si presenta l’afroamericano.

            L’agente in comando li squadra, specialmente la donna: bella, su questo nulla da dire ma il suo abbigliamento è decisamente poco ortodosso per un agente in servizio, volutamente provocante, lontano dagli standard usuali, ma in fondo che gliene importa?

-Che posso fare per voi?- chiede -Se siete qui per Hulk, è un bel po’ che se ne sta tranquillo.-

-Non è per Hulk che siamo qui…- ribatte la donna di nome Verdugo -… ma per il suo amico Rick Jones.-

-Jones? Perché?-

-Non deve interessarle.- risponde, brusco, quello di nome Pratt -Diciamo che possiede qualcosa che vogliamo… e ce la darà… con le buone o con le cattive.-

 

            Thunderbolt Ross si guarda intorno con aria disgustata e dice:

-Bloccati nel bel mezzo del deserto mentre Rick Jones gioca a fare il supereroe e i suoi guerrieri alieni sono dispersi. Non c’è male come esito di questa spedizione. Finiscono sempre così i suoi piani, Agente Hand?-

-Agente Speciale Hand, se non le spiace, Generale.- ribatte Victoria Hand spazzolandosi il vestito con le mani –E non mi pare che i suoi piani per catturare Hulk abbiano avuto esiti migliori in passato o sbaglio?-

-Toccato. E adesso cosa conta di fare?-

-Abbiamo già chiamato aiuto. Verranno a prenderci a breve.-

            Un rumore di motori attira la loro attenzione: un velivolo si sta avvicinando.

-Sono già qui.- commenta Ross -Che efficienza.-

            Sul volto di Victoria Hand compare un’ombra di preoccupazione.

-Non può essere.- borbotta -Non possono essere già arrivati da Las Vegas.-

            Estrae la pistola di riserva e si prepara a fronteggiare i nuovi venuti. Nel frattempo, a pochi metri da loro, atterra un jet con insegne che né lei né Ross riconoscono.

            Passano pochi istanti e si apre un portello da cui fa capolino un uomo biondo che veste un impeccabile completo bianco e sorridendo dice:

-Salve, terrestri, veniamo in pace.-

            Una donna dai capelli neri che indossa una calzamaglia sgambata verde gli dà una brusca spinta facendolo rotolare a terra.

-Ehi…- protesta lui -… hai idea di quanto costa questo vestito? Non me lo puoi impolverare così.-

-Se vuoi che te lo strappi, Paride, non hai che da dirlo.- ribatte lei.

            Un uomo dalla barba e capelli rossi scende dietro di loro e dice con voce ferma:

-Calmati, Atalanta e tu, Paride, fai meno il buffone se ti riesce.-

-Sei il solito guastafeste, Ulisse.- replica il biondo rialzandosi in piedi.

-Adesso basta!- grida Victoria Hand -Voglio sapere chi siete, subito!-

-Sono il Pantheon.- interviene una voce alle spalle dei nuovi venuti -O almeno una parte.-

            A parlare è stato Doc Samson che sopraggiunge assieme ad Angela Lipscombe.

-Samson, anche tu sei coinvolto in questa follia?- esclama Ross.

-Ho cercato di impedirla.- ribatte lo psichiatra dai capelli verdi -Senza molto successo, ahimè. Conosce la Dottoressa Angela Lipscombe? È una delle migliori psichiatre organiche della Nazione. Angela, ti presento il Generale a riposo Thaddeus Ross.-

-Quel Generale Ross? Thunderbolt Ross?- esclama Angela -Sono felice di conoscerla. Volevo giusto intervistarla per il mio prossimo libro sulle psicosi ossessive.-

-Uhm, non so se esserne lusingato o preoccupato.- borbotta Ross.

-Oh, insomma!- sbotta Victoria -Non vi permetto di ignorarmi: sono l’Agente Speciale Supervisore del F.B.S.A. Victoria Hand e voglio una spiegazione su cosa fate qui o vi dichiaro tutti in arresto.-

-È con lei?- chiede Len Samson a Ross.

-Purtroppo sì.- risponde il vecchio ufficiale.

            Paride si avvicina sfoderando il suo migliore sorriso.

-Mi perdoni , Agente Speciale Hand… mi permette di chiamarla Vicky, vero? … nessuno voleva mancarle di rispetto, mi creda. Siamo tutti consapevoli dell’importanza del suo lavoro al servizio della comunità.-

            Victoria storce le labbra e ribatte:

-Non credere di incantarmi, bello. La tua parlantina non attacca con me.-

-Cosa? Ah, ho capito.- si volge verso i suoi compagni di squadra -Ulisse, avremmo dovuto portarci dietro Delphi. Sono certo che l’Agente Hand ne avrebbe gradito la presenza, ma in fondo anche Atalanta…-

            Un pugno sul naso lo zittisce.

-Mi scuso a suo nome, Agente…- dice Ulisse -… le assicuro che noi siamo più seri. Abbassi la sua arma, la prego. Innanzitutto, non siamo ostili e comunque,se volessimo esserlo, non le servirebbe a granché.-

            Victoria Hand si guarda intorno. Il suo sguardo si fissa su Atalanta con l’arco teso e una freccia incoccata. Alla fine decide di riporre la pistola.

-Per il momento va bene cosi...- dice -... ma esigo che mi si spieghi cos’è successo qui.-

-Il Monte ha subito diversi danni negli ultimi  tempi.[2] Non mi sorprende che abbia ceduto completamente.- spiega Ulisse.

-Che ne sarà stato di loro? Gli Hulk e gli altri?- chiede Ross.

-C’è un solo modo per saperlo.- afferma Ulisse.

            Samson, Ulisse, Thunderbolt Ross. Victoria Hand e pochi altri si avventurano cautamente nel cuore della montagna dove ora c’è una spaventosa voragine.

-Non so se la fisiologia di quegli alieni gli permetterà di resistere ad una caduta simile…- commenta Doc Samson -… ma di una cosa sono assolutamente sicuro: non basta ad uccidere un Hulk… verde o rosso che sia.-

-Temo di essere d’accordo.- dice Ross.

-E c’è anche un’altra cosa…- aggiunge Atalanta -… se Hulk Rosso è sopravvissuto all’esplosione del nostro reattore nucleare,[3] allora…-

-… può averlo fatto anche Aiace.- completa la frase Ulisse -Ci avevo pensato anch’io. Atalanta, ma non mi faccio troppe illusioni. La sua fisiologia era troppo diversa da quella di un Hulk. Ciò che ha permesso a Wilson di sopravvivere può non aver funzionato con lui.-

-Eppure…- insiste la ragazza.

-Tanto per ripetermi, c’è un solo modo per saperlo.- sentenzia Ulisse indicando la voragine proprio sotto di loro -Scendere là sotto e controllare. Chi se la sente?-

-Io.- replica Samson -Non lascerò solo un amico in difficoltà.-

-Ed io verrò con te.- afferma, risoluta, Atalanta -Che Aiace sia vivo o morto, non tornerò indietro senza di lui.-

-Immagino che sarebbe inutile farvi notare che quel che volete fare è una pazzia, vero?- interviene Paride.

-Sta' zitto, Paride.- ribatte Ulisse -Scenderemo e riporteremo indietro tutti… o almeno ci proveremo.-

 

            La caduta si arresta in modo decisamente poco traumatico. Hulk si guarda intorno. A quanto sembra sono finiti in un’ampia caverna sotterranea. Impossibile dire a quanti metri, o chilometri, dalla superficie. Se non altro sono tutti vivi e di questo devono ringraziare Caiera e i suoi poteri quali che siano. I cosiddetti Fratelli di Guerra sembrano frastornati e poco inclini a riprendere a combattere, meglio così, nemmeno lui ne ha molta voglia adesso.

            Improvvisamente si rende conto di non vedere Hulk Rosso, dov’è finito? Il suo sguardo percorre rapidamente la caverna. Passa qualche istante prima che veda il corpo che giace a terra ma non è quello di Hulk Rosso bensì quello di un giovane afroamericano il cui unico abbigliamento è un paio di pantaloni stracciati.

-Jim!- esclama.

            Corre al suo fianco e si china su di lui girandolo con una delicatezza che pochi si aspetterebbero da uno della sua stazza.

.           È proprio Jim Wilson, constata Bruce Banner. Si è ritrasformato quando la rabbia è calata, forse. Difficile dirlo: non ne sa ancora abbastanza sui meccanismi delle sue trasformazioni da azzardare ipotesi valide.

-È vivo?- gli chiede il Guerriero Ombra di nome Hiroim.

-Ti interessa davvero?- ribatte, secco, Bruce -Sino a poco fa tu ed i tuoi compagni volevate ucciderlo o sbaglio?-

-Dunque lui è il gigante rosso contro cui combattevamo? Non ci avevano detto che era un mutaforma. In ogni caso, non dovevamo ucciderlo. Ci eravamo impegnati con il terrestre di nome Ross a portarglielo vivo.-

-Ross? Thunderbolt Ross è da queste parti? Perché non ne sono sorpreso?-

-Temo di non saper rispondere a questa domanda. I meccanismi che governano le emozioni di voi terrestri mi sono sconosciuti.-

-Era una domanda retorica, Spock, un concetto che dovreste conoscere anche sul tuo pianeta.-

-Non mi chiamo Spock ma Hiroim.-

-Oh, lascia perdere!-

            Hulk solleva tra le braccia l’ancora svenuto Jim Wilson e si rivolge ai Fratelli di Guerra:

-Direi di sospendere le ostilità almeno finché non saremo usciti da qui. Uniti abbiamo più probabilità di farcela.-

-Mi sembra una proposta saggia, guerriero verde.- interviene Caiera.

-Puoi chiamarmi Bruce oppure Hulk. I tuoi compagni cosa dicono?-

-Per me va bene. È da sciocchi combattersi invece di unire le forze per la comune salvezza.- le dà manforte Hiroim.

-Sono della stessa opinione.- concorda il rosso Lavin Skee.

-E così anch’io.-

-Bah… preferirei passarti a fil di spada…- replica la combattiva Omaka dalla lunga treccia ponendo la mano sull’elsa della suddetta arma -… ma per stavolta seguirò l’esempio dei miei compagni.-

-Kkk… anch’io preferisco prima uscire di qui e ammazzarti poi, gigante verde… kkk.- aggiunge l’insettoide Miek.

-Molto obbligato per la cortesia.- ribatte, sarcastico, Bruce poi si rivolge a Lyra -E tu, ragazzina, sei con noi?-

-Ti seguirò dovunque andrai, papà.- risponde lei.

-Ottima risposta e ora vediamo di trovare questa benedetta via d’uscita.-

 

 

3.

 

 

            L’Incredibile Hulk si ritrova a far da guida ai Fratelli di guerra, anche se deve ammettere almeno con se stesso che non ha idea di dove sta andando. Conosceva abbastanza bene la toponomastica del Monte ma qui è molto al di sotto perfino dei livelli tenuti segreti da Agamennone.[4] In più, c’è qualcos’altro che gli dà da pensare.

-Qualcosa ti turba, Guerriero Verde?- gli chiede Caiera.

-A parte il non trovare ancora una via d’uscita da questo labirinto, vuoi dire?- ribatte Bruce Banner -In effetti c’è: da quanto mi hanno raccontato qui c’è stata una specie di fusione nucleare, il luogo dovrebbe essere saturo di radiazioni ma non ce n’è traccia.-

-E tu come fai a saperlo?- chiede Korg di Kronan -Non vedo rilevatori su di te… o voi terrestri ne avete inventati di microscopici?-

            Bruce sogghigna e risponde:

-In effetti, sì, ma a me non servono; sono io stesso un rilevatore vivente e posso dirti che il livello di radiazioni qui è assolutamente nella norma.-

-E quale spiegazione ne dai?-

-La sola possibile è che lui…- indica Jim Wilson ancora svenuto tra le sue braccia -… abbia assorbito tutte le radiazioni in eccesso e questo mi pone interrogativi che…-

            Prima che Hulk possa finire la frase, Hiroim esclama:

-C’è una luce là in fondo!-

            I loro guai stanno per finire… o magari cominciano veramente solo ora.

 

            In una villa poco distante da Francoforte sul Meno, in Germania, capitale finanziaria d’Europa, il gigante verde che il Mondo conosce come Abominio non crede alle proprie orecchie:

-Tu mi stai proponendo un’alleanza con il Capo? Tu?- esclama.

            La sua interlocutrice, una donna alta circa due metri muscolosa ma attraente, inguainata in una calzamaglia nera che le lascia scoperte braccia e gambe, sorride e replica:

-La cosa ti sorprende davvero così tanto, Emil?-

            Emil Blonsky scuote la testa e ribatte:

-Ora ho la prova che non sei più la Betty Ross che conoscevo.-

-Da quando mi sono… risvegliata la mia prospettiva è cambiata: vedo le cose in modo diverso ora, molto diverso. Sono stata una vittima per troppo tempo.  Adesso ho deciso di prendere la mia vita nelle mie mani. E tu, Emil, cosa vuoi fare della tua? Vuoi continuare a scappare o intendi fermarti e contrattaccare? Dimmelo, Emil.-

 

            La navicella scende sempre più in basso . A bordo ci sono: Doc Samson, Ulisse e Atalanta.

-Sapevo che il Pantheon è preparato a tutte le emergenze…- dice lo psichiatra -… ma non immaginavo che vi portaste dietro anche una navetta per le esplorazioni speleologiche.-

-Delphi aveva predetto che saremmo finiti sottoterra ed ho imparato a dar retta alle sue previsioni.- replica Ulisse.

-Una come lei fa comodo, lo ammetto, ma è un peccato che predica solo disgrazie.-

            Ulisse non commenta. Samson prosegue:

-Sapevate che sotto il Monte c’era un tale reticolo di caverne?-

-No, anche se Agamennone lo sapeva, non ce l’ha mai detto, il che non è affatto sorprendente.-

-Dovremmo raggiungere presto Banner e gli altri, se sono sopravvissuti.- interviene Atalanta.

-Io scommetterei di sì- replica Samson -Hulk ha già dimostrato in passato notevoli doti di sopravvivenza in circostanze molto più sfavorevoli.-

-In ogni caso, stavolta non me ne andrò senza Aiace… o il suo cadavere.- proclama la donna.

-C’è qualcosa là avanti.- li interrompe Ulisse -Una specie di luce che…-

            Non finisce la frase che qualcosa li colpisce.

 

 

4.

 

 

            Jim Wilson apre gli occhi e si guarda intorno confuso. L’ultima cosa che ricorda con chiarezza è che stava picchiando contro lo specchio unidirezionale della stanza dove Leonard Samson e Angela Lipscombe lo stavano psicanalizzando e poi un velo rosso è calato sulla sua mente.

            Una metafora appropriata, visto che si è evidentemente trasformato in Hulk Rosso. Di quello che è successo dopo ricorda solo vaghi frammenti.

            Si guarda intorno. È in una specie di letto in una stanza ben arredata. Ma come è arrivato lì e soprattutto: dov’è?

-Ben svegliato, Jim.-

            Il giovane afroamericano si volta in direzione della voce e vede la familiare figura verde di un uomo che conosce benissimo.

-Doc!- esclama -Sei proprio tu?-

-Ti sembra che potrei essere qualcun altro?- ribatte, divertito, Bruce Banner.

-Ora che me lo chiedi, no. Ma… dove siamo?-

-Atlantide.-

            Davanti alla faccia perplessa di Jim, Hulk scoppia a ridere.

-Non quell’Atlantide, il mio vecchio amico Namor non c’entra nulla. Siamo in una colonia dell’antica Atlantide sprofondata sottoterra migliaia di anni fa.-

-Non mi stai prendendo in giro, vero?-

-Non lo farei mai. Ti ho detto la verità. Ovviamente la storia è molto più lunga e complessa e non è il caso di narrartela tutta adesso.[5] Mi chiedo se sia stato questo posto ad ispirare le leggende sull’Atlantide sotto il Deserto del Sahara, ma anche questo non c’entra molto con noi. Immagino che tu voglia sapere come siamo finiti qui.-

-Beh… ci puoi scommettere.-

            Banner riassume per Jim gli ultimi avvenimenti.

-E così siamo arrivati sin qui. Per fortuna, io e la regina di questo posto siamo vecchi amici… più o meno.-

-Tu sei troppo gentile, Bruce Banner, dice una voce di donna -In verità, ai tempi del nostro primo incontro cercai di costringerti a combattere per me.-[6]

            Sulla soglia è apparsa una donna di non comune bellezza che indossa un abito scollato bianco con fregi dorati che termina con una corta gonna. In testa ha una sorta di corona da cui fuoriescono lunghi capelli biondi.

-Il passato è passato, Kala… Jim, ti presento Kala... Regina del Mondo Sotterraneo.-

-Il Mondo Sotterraneo? Vuoi dire il regno dell’Uomo Talpa?- esclama Jim sorpreso -Lei è la moglie dell’Uomo Talpa?-

            Hulk ride e replica:

-Incredibile, vero? L’amore è davvero cieco a quanto pare.-

-Perdono la tua impertinenza, Bruce, perché so che nelle tue parole non vi era intento di offendere.- ribatte Kala e si avvicina a Jim.

-Ho conosciuto pochi della tua razza. Tra la mia gente non ve ne sono.-

-La tua gente?-

-Il popolo di Netheria. Un tempo era una prosperosa città del grande impero di Atlantide. Il Grande Cataclisma che ha affondato il continente l’ha fatta sprofondare nel sottosuolo e solo il fatto che era circondata da una cupola protettiva impenetrabile le ha permesso di restare intatta ed ai suoi abitanti di sopravvivere anche se le particolari condizioni dell’aria hanno prodotto su di noi effetti insoliti che ci hanno impedito di abbandonare questa zona.-

-Temo di non capire.-

-Non abbiamo tempo di approfondire adesso.- taglia corto Banner -Kala ci ha offerto ospitalità ed anche il mezzo per tornare in superficie, ma prima dobbiamo risolvere un altro problema.-

-Quale?- chiede Jim.

-Vieni con me e lo saprai.

            Jim fa per alzarsi quando si rende conto di essere nudo sotto il lenzuolo. Bruce ride ancora e gli getta un paio di pantaloni.

-Mettiteli e seguici.- gli dice .

            Pochi minuti dopo i tre entrano in un ampio stanzone dove, guardati a vista dai Fratelli di Guerra e Lyra, ci sono Doc Samson, Ulisse e Atalanta.

-Loro sono il nostro problema.- sentenzia Hulk.

 

            L’impatto è stato abbastanza forte da lasciare intontito anche uno col fisico potenziato come Doc Samson. Qualunque cosa li abbia colpiti aveva una discreta potenza.

            Prima che possa alzarsi in piedi ed accertarsi che anche i suoi compagni stiano bene, il portello della navicella si spalanca e qualcosa appare nel vano.

            Il primo pensiero che passa nella sua mente ancora ottenebrata è: E.T.? In effetti, le creature che entrano nella navicella assomigliano vagamente al buffo extraterrestre del film che Len Samson ha visto da bambino ma sono gialle.

-Talpoidi?- borbotta stupito mentre le creature gli si precipitano addosso.

            Si tratta proprio degli umanoidi che servono l’Uomo Talpa. Samson e gli altri provano a difendersi ma sono ancora indeboliti da qualsiasi cosa li abbia colpiti e i loro avversari sono semplicemente troppi. In breve si trovano ad essere portarti a spalla dai Talpoidi verso una costruzione poco lontana.

            Una volta entrati sono scaricati senza tanti complimenti sul pavimento di una stanza. Hanno appena il tempo di rialzarsi che le creature si affrettano a sparire.

-Sono contento che Paride non mi abbia visto così.- borbotta Ulisse -Idee su dove siamo?-

-Apparentemente in una fortezza dell’Uomo Talpa.- risponde Samson -Ultimamente vive in pace col resto del Mondo, quindi, poteva andarci peggio.-

            Da una porta entrano i Fratelli di Guerra assieme ad una ragazza dai capelli rossi e la pelle verde e Samson aggiunge:

-O forse no.-

 

            Salt Lake City, capitale dello Utah. Il Detective Jacob Raven arriva sul luogo del delitto. I poliziotti di pattuglia si scostano al suo passaggio. Un novellino fissa un secondo di troppo la strana cicatrice a forma di ragnatela che occupa gran parte del lato sinistro della sua faccia. Lui scrolla le spalle e fa finta di nulla.

-Solita storia?- chiede

-Purtroppo sì.- gli risponde un detective della Scientifica -Stessa modalità dell’ultima volta.-

-Che era solo ieri. Fatemi vedere.-

-Non sei obbligato, Jake.-

-Oh sì che lo sono: il caso è mio, dopotutto.-

            Senza indugiare Raven entra nel vicino vicolo dove i Detective del laboratorio criminologico[7] hanno appena finito il loro lavoro e stanno cominciando a rimuovere i cadaveri.

-Quanti sono stavolta?- chiede.

            Il detective a cui l’ha chiesto allarga le braccia e risponde:

-Quattro direi, tra cui due donne. Ci abbiamo messo un po’ a rimettere insieme i pezzi stavolta. Stessa modalità delle altre due volte: squartati a mani nude e scaricati in un vicolo come fossero spazzatura.-

-Perché è così che lui li considera.- commenta Raven.

-Lui?-

-È un maschio, me lo sento. Il primo giorno ne ha ucciso uno, il secondo due e stavolta quattro. È assetato di sangue e non si fermerà. Abbiamo ufficialmente un killer superumano in città.-

 

 

5.

 

 

            Rick Jones ha percorso in breve tempo il lungo corridoio. È abbastanza ovvio che ha preso la direzione sbagliata o avrebbe già incontrato Hulk e gli altri… o quel che ne resta. No, niente pessimismo: Bruce è sopravvissuto a molto peggio e ce l’ha sicuramente fatta anche stavolta.

            Una luce in lontananza. A quanto pare, ha trovato qualcosa, purché non si tratti di…

-E questo che cavolo è?- borbotta.

            Un veicolo con le insegne del Pantheon. Doveva aspettarselo che non se ne sarebbero rimasti tranquilli.

            Rick segue le tracce lasciate dai Talpoidi senza troppi problemi. Lo Starbrand sul suo palmo brilla tracciandogli la via. Volta un angolo ed esclama:

-Che mi venga un colpo!-

 

            L’Incredibile Hulk sorride al gruppetto tenuto d’occhio dalla sua sedicente figlia e dai Fratelli di Guerra e dice:

-Samson, Ulisse, Atalanta! Che piacere rivedervi dopo tanto tempo. Che ne avete fatto di Paride? Lo avete messo in castigo come merita?-

-È rimasto di sopra con gli altri e con il Generale Ross.- risponde Samson.

-Eri tu il suo obiettivo.- interviene Caiera indicando Jim Wilson

-Io?- esclama, sorpreso, il ragazzo.-

-Sì.- conferma la sakaariana -Quello che chiami Ross era assieme alla donna che ci ha arruolato ma non comandava lui bensì lei e la cosa lo metteva a disagio. Su questo pianeta non siete avvezzi ad avere donne in posizioni di comando forse?-

-Ci faremo l’abitudine.- è la secca risposta di Hulk -Ora spiegatemi meglio chi sarebbe questa donna.-

            Un po’ di spiegazioni più tardi Bruce commenta:

-F.B.S.A. eh? Ho lavorato per loro a Los Angeles.[8] Quando ci si mette è gente tosta. Ed insisti che Ross era preoccupato che non faceste del male a Jim?-

-Confermo.- interviene Hiroim -Si è raccomandato che non gli facessimo del male. Raccomandazione inutile visto che per poco non ci ha uccisi tutti.-

-Mi dispiace.- replica Jim -Io… io non ero in me.-

-Ora lo comprendiamo, Jim Wilson.- ribatte Caiera -Nessun rancore da parte mia.-

-Mi chiedo…- borbotta Banner -… questo vuol forse dire che Ross sa che tu sei Hulk Rosso?-

-Puoi scommetterci il sederino verde della tua figlioletta. Bruce.-

            Al suono di quella voce tutti si voltano e Hulk esclama:

-Rick Jones?-

 

            Emil Blonsky fa un lungo respiro, poi risponde:

-La tua è un’offerta molto allettante, Betty, ma non so se ho voglia di partecipare ad un’alleanza per la conquista del Mondo.-

-Non essere banale, Emil.- ribatte Betty Ross -Quello che ti sto offrendo è molto di più.-

            In quel momento si sente il rumore del rombante motore di un’auto sportiva e quando cessa si sente quello di uno sportello che viene richiuso, seguito da quello di passi sul selciato.

-Ma cosa…?- borbotta Abominio mettendosi sulla difensiva.

            Betty sorride mentre vede il portone aprirsi e dice:

-Tranquillo, Emil, è solo il padrone di questa villa e ultimo membro della nostra alleanza.

            Sulla soglia è apparso un uomo dai capelli biondi che veste un inappuntabile smoking nero ed ha un sorrisetto strafottente sulle labbra.

            Betty prosegue:

-Emi Blonsky, ti presento Romolo Augusto, Tiberio Ranno e tanti altri nomi, ma tu lo conosci sicuramente come Tyrannus.-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Sorpresi? Arrabbiati? Indignati? Chissà cosa direte, allora, dopo aver letto il prossimo episodio, prima di parlare del quale, però, diamo uno sguardo ad un paio di personaggi apparsi in questa storia:

1)    Kala, Regina del Mondo Tenebroso, è un personaggio creato da Stan Lee (soggetto), Robert Bernstein (sceneggiatura), Jack Kirby (matite) e Don Heck (chine) su Tales of Suspense #43 datato luglio 1963.

2)    Jacob Raven è un personaggio di cui il mio editor sicuramente si ricorda, creato da Howard Mackie & Tom Lyle su Spider-Man Vol. 1° #53 datato Dicembre, 1994. Su di lui non dirò nulla, per ora. -_^

            Nel prossimo episodio: un sacco di cose che probabilmente non vi aspettate.

 

 

Carlo



[1] Ovvero nell’ultimo episodio.

[2] Per esempio su Incredible Hulk Vol. 1° #425 (In Italia su Devil & Hulk #29) e su Vendicatori Costa Ovest MIT #35

[3]Nel già citato Vendicatori Costa Ovest MIT #35

[4] Il fondatore del Pantheon nonché figlio illegittimo di Loki.

[5] E per un resoconto più accurato vi consigliamo di leggere Tales of Suspense #43 (Prima edizione italiana Devil, Corno, #26).

[6] Su Marvel Treasury Edition #25 inedito in Italia.

[7] Ovvero quello che altrove è chiamato Crime Scene Unit o Crime Scene Investigation.

[8] Sino all’episodio #25.